Cos’è ?


Il 34-bis è l’articolo che proponiamo di inserire in Costituzione. Esso riconosce la connessione come diritto sociale, collocandolo subito dopo un diritto molto importante: l’istruzione (art. 34 Cost.).

Questo perché Internet non è solo libertà di espressione, Internet è esercizio di tutti i diritti e doveri, è possibilità di usufruire di infiniti servizi per migliorare le nostre condizioni di vita, è lavorare ed esprimere la propria personalità.

Ma tutto questo non può prescindere dalla cultura e quindi dall’istruzione.

In un periodo di transizione come quello attuale, a metà tra modernità e tradizione, soprattutto dopo la pandemia del Covid-19, che ci ha imposto la quarantena e il distanziamento sociale, possiamo toccare con mano quanto sia importante avere, ovunque e in modo stabile, un effettivo accesso a Internet.

Servono investimenti in infrastrutture, ricerca, ma anche solidarietà, istruzione e diffusione delle conoscenze e competenze digitali. Tutte cose che l’art. 34-bis mira a incentivare e tutelare, al fine di rendere la connessione ad Internet – come è stata definita – “un’arma di costruzione di massa” o, ancora, “un dono di Dio”, la “chiave” per aprirci le opportunità del futuro.

Ecco perché è importante che il diritto di accesso ad Internet sia messo al sicuro, in Costituzione. Perché accedere al più grande spazio mai conosciuto dall’uomo significa esercitare, come mai prima d’ora, ogni diritto: dalla manifestazione del pensiero, all’istruzione, al lavoro all’interazione con la PA.

È questo, quindi, un diritto fondamentale dell’uomo, necessario alla crescita del singolo e di tutto il sistema paese.

Non poter usare Internet oggi, vuol dire essere tagliati fuori dal mondo, dal lavoro, dall’economia, dai rapporti personali e della cultura. Lo sappiamo bene oggi, dopo che un nemico invisibile ci ha rinchiuso a casa.

Riconoscere questo nuovo diritto vuol dire dare a tutti le stesse possibilità di crescita personale e professionale.

La proposta di Art. 34-bis è stata ideata a partire dalla tesi di laurea in giurisprudenza di Guido d’Ippolito (dal titolo: “La libertà informatica come nuovo diritto e rilevanza costituzionale del diritto di accesso ad Internet”) nel 2013 e realizzata nei mesi successivi.

Grazie al think tank Cultura Democratica è stata presentata al Parlamento italiano, divenendo ufficialmente un disegno di legge costituzionale.

Durante la XVII Legislatura la proposta è stata così trasfusa negli atti Senato n. 1561 e Camera n. 2816. In particolare il Senato iniziò l’iter di discussione dell’atto, approvando il testo base e disponendo un ciclo di audizione di professori ed esperti che ne hanno promosso la struttura e le finalità. L’esame è rimasto però incompiuto e, con il termine della legislatura, la proposta è decaduta. Ciononostante non ci siamo mai fermati e, proseguendo negli studi e anche grazie alle audizioni e ad apposite conferenze con esperti, la proposta di Art. 34-bis è stata aggiornata e ripresentata nell’attuale XVIII Legislatura, divenendo così l’atto Camera n. 1136 dove attende l’inizio della discussione parlamentare.